CRÍTICA: "Oro verde", por Leda Leda

Esta crítica forma parte
del IV Concurso de Críticas 
organizado por este blog
Puede contener SPOILERS

Oro verde è  una teleserie cilena prodotta da TVN nel 1997, amata e ricordata con grande affetto dai cileni, scritta da Victor Carrasco e diretta da Vicente Sabatini, apprezzati guionistas del Paese andino.

Il tema dominante è la tutela della natura, la storia è infatti ambientata a Los Robles, nel sud del Cile, una regione di immense foreste e di laghi, in cui la bellezza incantata della natura e dell’ambiente conquistano e rilassano, ma attirano anche le mire economiche di un’azienda che lavora nel settore del legno ed ha intenzione di disboscare la foresta. Inizia così un confronto, a volte comico a volte drammatico (ma comunque sempre coinvolgente e realistico), tra i dipendenti e i dirigenti della Forestale Meyer e un gruppo di ragazzi idealisti, capeggiati dalla giovane Anita Solari (Claudia Burr), che difendono a ogni costo l’ambiente.

Il piccolo paese in cui si svolgono le vicende, così, si divide: padre Felipe (Francisco Melo), il giovane sacerdote, guida non troppo autorevole della sgangherata banda di pompieri volontari, è indeciso se accettare l’aiuto economico della forestale per l’acquisto del nuovo carro bomba, perché questo significherebbe d’ora in poi impegnarsi a fianco dell’azienda; i proprietari delle varie attività locali salutano positivamente l’arrivo dei nuovi lavoratori come nuova linfa per l’economia, ma al tempo stesso sono combattuti di fronte all’impegno e ai valori difesi così strenuamente dai figli.

Potrebbe sembrare che sia assente la storia d’amore principale, quella che fa palpitare e coinvolge, appassionando puntata dopo puntata. E invece, i magnifici paesaggi fanno da sfondo a una romantica storia d’amore. Diego (interpretato da Francisco Reyes), il giovane ingegnere incaricato del taglio del bosco, fa dei sopralluoghi nella zona, ma addentrandosi troppo verso l’interno in una zona che non conosce arriva in un bosco ancora vergine e “incantato”, viene colto da un improvviso temporale, il suo cavallo si imbizzarrisce e lo disarciona, così viene trovato dalla giovane Antonia (Carolina Fadic), una ragazza idealista e generosa che per salvarlo lo porta in una fonte di acque termali, che conoscono solo lei e la madre, ma di cui tutti parlano perché la leggenda vuole che se due innamorati fanno il bagno insieme in quella fonte il loro amore sarà eterno.
Sarà solo una leggenda? Grande è quindi la sorpresa di Antonia nel riconoscere qualche mese dopo, nel giovane che ha salvato, l’ingegnere contro cui combattere e per di più fidanzato con la bella e viziata Gabriela Meyer (Viviana Rodrìguez), ereditiera della ricca famiglia e sua amica di infanzia. L’elemento secondo me più convincente della storia è comunque la coralità della storia stessa, proprio nel tentativo di riassumere la vicenda mi sono resa conto che per me (che non ho il dono della sintesi) è difficilissimo per la ricchezza dei personaggi, dei caratteri, delle trovate che, a parte alcuni rari casi, non annoiano mai. Come dimenticare ad esempio Natalia Sotomayor?, interpretata da Claudia Di Girolamo, una giovane donna in carriera, che lavora nella forestale Meyer il cui capo ha scelto solo dipendenti donne single e che non siano intenzionate a sposarsi, per evitare distrazioni sul lavoro. Così la giovane donna conduce due vite: irreprensibile dirigente tutta dedita al lavoro e romantica innamorata di un collega dell’impresa.

Indimenticabile anche il ruolo di Leonor la madre dei due fratelli Meyer, che cerca di fare da paciere tra i due figli che più opposti non si può, tanto da travestirsi da uomo e fingere di essere il fratello Orlando e zio dei due suoi figli ( Orlando che di solito vive in Spagna) per poter seguire i due, senza essere accusata di parteggiare per l’uno o per l’altro. Da un lato infatti c’è Agustìn Meyer, brillante e cinico uomo d’affari disposto a tutto pur di far fruttare la foresta, dall’altro Ignacio Meyer, spirituale, riflessivo, tornato da un lungo viaggio in India dopo una delusione d’amore (anche lui si è bagnato con la madre di Antonia nella fonte degli innamorati, ma non c'è qui, fortunatamente secondo me, il clichè della figlia povera che ritrova il padre ricco, no Antonia non è la figlia segreta di Ignacio, quindi non è sorella di Gabriela e non sono due sorelle che lottano per lo stesso uomo ). Ignacio è tornato con un progetto di turismo sostenibile, rispettoso della natura e non solo basato sulle esigenze economiche dell’uomo.

Ma i personaggi sono davvero tanti e tutti coinvolgenti e accattivanti, sembrano davvero gli amici che ognuno di noi ha o conosce….la quarantenne che non vuol rinunciare alla sua giovinezza, la giovane adolescente che si innamora di un ragazzo più grande di lei, un marinaio che si ispira agli ideali più nobili della vita, una moglie insoddisfatta che tradisce il marito….Insomma ce n’è per tutti i gusti, in una serie di dialoghi, trovate e battute che conquistano e rendono davvero piacevole la visione di Oro Verde. Alcune curiosità: la brava e deliziosa attrice che interpreta Antonia, Carolina Fadic, è amatissima e ricordata con grande affetto e nostalgia dai cileni, perché ha interpretato molte telenovelas indimenticabili, nonostante sia morta giovanissima. La colonna sonora è un punto a favore di Oro verde: ritmi e musiche coinvolgenti, ballate romantiche e piene di passione, motivetti orecchiabili rendono un piacere non solo vedere ma anche ascoltare le varie scene.

Splendida la sigla, la musica riprende un ritmo africano, Agolo, che significa Grazie, poi tradotta in spagnolo in un ringraziamento alla natura e in un invito a rispettarla e presenta i vari protagonisti in una divertente successione che fa intuire molte delle vicende della storia.

Ma, a dirla tutta, Agolo è solo una delle meravigliose canzoni che fanno da colonna sonora a Oro Verde sottolineandone ora gli aspetti comici, ora romantici.

Consiglio vivamente Oro verde, perché, nonostante sia un po’ datata, mescola con sapienza ed eleganza amore, comicità e riflessioni su temi importanti come il rispetto della natura. Gli attori sono tutti eccezionali e perfetti in ogni ruolo ed ogni puntata ti lascia con la curiosità di vedere la successiva.

Crítica realizada por Leda Leda
Italia
Traducción al español, disponible aquí

Comentarios

Andrea ha dicho que…
Si hace falta se intenta entender el italiano, pero creo que falta el enlace a la traducción como en años anteriores jajajaja
GAFEMO ha dicho que…
Buenos días:

Dado que la crítica está escrita en italiano y que este concurso tiene un cariz internacional, creo que lo suyo era dejarla en italiano, al menos en la publicación principal.
Si queréis leerla traducida, aquí os dejo un enlace, un poco largo, en el que podréis hacerlo y voy a incorporarlo a la entrada: http://translate.google.com/translate?sl=it&tl=es&u=http%3A%2F%2Fhablemosdetelenovelas.blogspot.com%2F2020%2F10%2Fcritica-oro-verde-por-leda-leda.html

Un saludo!
Andrea ha dicho que…
Muy buena crítica, enseñándonos una novela que yo desconocía por completo.

Me ha sorprendido muchísimo la trama ya que es de 1997 y por ese entonces todo esto del cuidado y protección del medio ambiente era algo en lo que poca gente ponía atención. Con esto me ha ganado y sumado a lo que tú comentas, me la apunto para ver en algún momento.

Por cierto, ¿cómo descubriste está novela?
Anónimo ha dicho que…
Hola, pido disculpa por no haber traducido la crítica. Descubrí esta teleserie por casualidad, me apasioné a las historias chilenas y este titulo es uno de los màs amados en Chile. Así que empezé a verlo... Y me conquistó.
Leda Leda
Altair ha dicho que…
Muy buena crítica Leda Leda. Aunque sea una historia que tiene más de 20 años, es muy actual. Además hay pequeñas joyas que nunca pasan de moda a pesar de los años. En los dos últimos años, me he animado a ver dos de finales de los 90 y he de reconocer que se conservan bastante bien para los años que tienen.

Saludos